
Nicola Incampo
“Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente”, ha continuato Papa Leone XIV, pronunciando quella che forse è la frase più importante di tutto il suo discorso, quella che sicuramente resterà nella storia.”
Non una pace qualsiasi, ma la pace, quella che nasce dalla vittoria sulla morte, dalla logica dell’amore spinto fino al dono totale di sé. È questa la pace annunciata da Papa Leone XIV, eletto appena pochi giorni fa, nel suo primo messaggio alla Chiesa e al mondo. È stato proprio Papa Leone XIV a pronunciare quella formula, densa di significato.
Durante la sua prima omelia nella Cappella Sistina continuava: “La pace del Cristo Risorto è una pace disarmante, una pace disarmante.” Non un semplice gioco retorico, ma una dichiarazione programmatica. Il nuovo Pontefice, successore di Pietro in tempi di grande incertezza globale, ha indicato nella pace il cuore del suo pontificato. Una pace che parte dal Vangelo e giunge fino alle periferie del mondo. Leone XIV ha voluto così riscoprire un linguaggio cristiano capace di parlare all’uomo di oggi, smarrito e inquieto, segnato da guerre, crisi ecologiche, ingiustizie sociali. Il suo richiamo non è solo spirituale, ma profondamente politico, nel senso più alto del termine: è un appello all’umanità perché si lasci disarmare dal Cristo, perché deponga le armi dell’orgoglio, dell’avidità, del dominio, e si apra alla logica della fraternità. Il nome scelto – Leone XIV – non è casuale. Si ispira sia alla fermezza dottrinale di Papa Leone Magno che alla sensibilità sociale di Leone XIII. Due figure che, in tempi diversi, seppero leggere i segni dei tempi con lo sguardo della fede e la voce della Chiesa. Leone XIV sembra voler unire queste due eredità in un’unica visione: dottrina salda, ma cuore aperto; fermezza nella verità, ma mani tese alla misericordia.
Nel suo motto episcopale, “In illo uno unum” (“In quell’Uno siamo uno”), riecheggia l’invito all’unità non come uniformità, ma come comunione, fondata sulla persona di Cristo. Una pace disarmante, infatti, non è mai frutto di strategie umane, ma dono che nasce dal riconoscere la propria fragilità e l’immagine di Dio in ogni altro.
Papa Leone XIV ha indicato la strada: “Camminiamo verso la pace.” Ma non si tratta di un percorso facile o scontato. Implica conversione, ascolto, riconciliazione. Implica soprattutto la volontà di lasciarsi ferire dalla verità del Vangelo. Quella verità che non umilia, ma libera. Che non giudica, ma salva.
In un tempo in cui tanti invocano la pace ma pochi sono disposti a pagarne il prezzo, il richiamo alla pace disarmante è un balsamo e una sfida. Un invito a lasciarsi trasformare, a guardare il mondo con occhi nuovi. E a ricordare, con forza e speranza, che la vera pace non è assenza di conflitto, ma presenza viva del Risorto tra noi